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NEWS
12/11/2009

In quali condizioni i comuni sono costretti ad operare


Carissimi Concittadini,
so di aver già parlato dello stesso argomento ma ritengo sia utile tornare sulla vicenda sperando che serva a far comprendere la gravità della situazione che ormai non è più un problema dell’Istituzione ma di tutti i cittadini.
Al di fuori di ogni polemica, oggi i Comuni si trovano a fronteggiare una situazione che ha veramente del paradossale tanto da far credere che si stia tentando di impedire loro di funzionare.
I Comuni non possono assolutamente svolgere il proprio ruolo di garanti del benessere dei propri cittadini e quello che riporto è purtroppo assolutamente dimostrabile.
Personale:
Il Governo ci ha imposto la riduzione della spesa per il personale, che per un Comune in crescita come il nostro significa impedire di dare servizi adeguati alla popolazione.
Siamo arrivati alla situazione in cui non è stato possibile neppure sostituire le dipendenti in maternità, aggiungendo al danno una profonda ingiustizia dato che le nostre dipendenti, donne di grande serietà, si sentono in imbarazzo ad usufruire dei diritti che il contratto di lavoro mette a loro disposizione, per non gravare troppo sui colleghi di lavoro.
Sicurezza:
In Italia pare che chi controlla sia più delinquente di chi contravviene alle norme di legge. Effettuare il controllo sul transito dei veicoli è praticamente impossibile, in barba al diritto dei cittadini di poter vivere il proprio paese in sicurezza.
In ogni frazione la principale lamentela riguarda la velocità dei veicoli in transito. Non avendo un numero elevato di agenti in servizio (e, come visto, non possiamo assumerne altri) ma non potendo comunque stare ventiquattro ore al giorno su ogni strada, dobbiamo necessariamente affidarci agli strumenti per il controllo della velocità. Il Governo vieta anche questo con delle norme che:
1) impediscono di utilizzare i dissuasori (i dossi) sulle strade principali;
2) non permettono di realizzare le strisce pedonali rialzate se non con un massimo di 3 centimetri sulle strade provinciali rendendo quindi perfettamente inutile la loro installazione (con quella dimensione fanno solo rumore e non rallentano nessuno);
3) impediscono l'uso dei semafori che diventano rossi se sui supera il limite di velocità;
4) impediscono l'utilizzo degli elementi della rilevazione della velocità frontali (es. telelaser);
5) impediscono l'utilizzo dei sistemi di rilevazione fissa nei centri abitati (dove in realtà c'è maggiore bisogno di controllo) e lo limitano fortemente fuori dai centri abitati, e sto parlando delle postazioni fisse, quelle che tutti sanno che ci sono e sono bene in vista.
Intanto gli incidenti stradali e le vittime della strada aumentano (basta guardare un qualunque telegiornale per averne conferma).
Non contenti, il Ministero dell’Interno ci ha mandato anche una lettera nella quale ci dice che dobbiamo abbassare l’affitto della Caserma dei Carabinieri, (il Comune di Lari riscuote dallo stato circa 2.800,00 Euro ALL’ANNO) anche se i cittadini di Lari hanno comprato e ristrutturato un edificio per migliorare la locale stazione dei Carabinieri. Dopo gli annunci fatti ci attendevamo maggiori investimenti mentre invece abbiamo soltanto tagli sulla sicurezza.
Taglio dell'ICI e sempre minori trasferimenti:
A fronte della soppressione dell’imposta sugli immobili che costituiva uno dei maggiori introiti del Comune, la situazione economico finanziaria connessa alle entrate dell’Amministrazione si è andata notevolmente aggravando, dato che non abbiamo ricevuto la preannunciata restituzione, oltre al fatto che il Governo centrale ha ridotto di molto l’importo dei trasferimenti erariali alle Amministrazioni.
Patto di Stabilità:
Come se tutto quanto detto fin’ora non bastasse, il Governo, con Legge dello Stato, impedisce ai Comuni di spendere i propri soldi per fare i lavori. Dai calcoli fatti in questi giorni si deduce che il Comune di Lari ha un potenziale di spesa di oltre 6 milioni di Euro ma ne potrà spendere solamente un decimo.
La Ragioneria del Comune è costretta a bloccare i pagamenti anche delle più semplici forniture, sono mesi che dobbiamo rifare della segnaletica stradale in alcuni luoghi ma non possiamo pagare la ditta che li deve realizzare, i fornitori non riscuotono e non possiamo far partire le opere pubbliche già programmate per espresso divieto del Governo Italiano.
Questa è la situazione nella quale siamo costretti ad operare (o meglio a “non operare”) e purtroppo devo rilevare nel silenzio generale dei media e delle istituzioni, dei partiti politici e anche dell'ANCI (organismo di rappresentanza dei Comuni).
L'Amministrazione Comunale di Lari cerca di fare del suo meglio ma se le cose non cambieranno sarà impossibile garantire i servizi ai nostri cittadini.

Ivan Mencacci

articolo pubblicato su LarInDiretta ed. Novembre 2009