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4/2/2009 Mi unisco al sentimento di indignazione già manifestato da più parti, nei confronti della proposta di legge presentata dal PdL per attribuire la nuova onorificienza “l’Ordine del Tricolore” a tutti i combattenti della Seconda Guerra Mondiale, equiparando così militari, partigiani e repubblichini di Salò. Per rispetto della nostra Storia e delle vite umane spezzate allora, non possiamo e non dobbiamo accettare questa assimilazione tra chi si batté coi nazisti per mantenere regimi pazzi e totalitari e chi invece voleva recuperare la Pace, la Libertà, la Democrazia. Al tempo della Repubblica di Salò ogni uomo e ogni donna in Italia aveva ormai la piena personale consapevolezza di ciò in cui il fascismo e il nazismo consistevano, delle atrocità che avevano procurato, del terrore di cui si nutrivano. L’aver scelto di schierarsi dall’una o dall’altra parte fu e rimane una discriminante sostanziale tra le persone perché sottintendeva e sottintende un’abissale divergenza della scala dei Valori Umani. Alla luce dei fatti storici la scelta dei repubblichini di difendere il regime fascista non può avere nessuna giustificazione “onorevole” né tanto meno paragonabile con la decisione di Resistere e conquistare Libertà e un futuro migliore, anche a costo della propria vita. Speravo che l’evidenza della Storia avrebbe evitato ogni irriverente pretesa rivendicazione d’onore tra coloro che si schierarono evidentemente e con coscienza dalla parte sbagliata. Nel ribadire la posizione dell’Amministrazione Comunale di Lari, esorto le istituzioni, le associazioni e la società civile a mobilitarsi per dimostrare pubblicamente la contrarietà di fronte a questo atto che, volendo reinterpretare in modo artefatto la Storia, distorcerebbe la memoria della nazione e la dignità di tanti Italiani. Copia del presente comunicato verrà inviata, oltre che alla stampa locale, ai Presidenti dei gruppi parlamentari, al Presidente del Consiglio Regionale e Provinciale, ai Sindaci dei Comuni della Provincia, agli enti e alle associazioni della nostra zona. Ivan Mencacci
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