CONCORSI E SELEZIONI   BANDI DI GARA  NEWS
 HOME   MAPPA   CONTATTI CERCA:
 
   SERVIZI ON LINE   RICETTIVITÀ   EVENTI
19 aprile 2024  
ORGANI ISTITUZIONALI
> Giunta
> Consiglio
ISTITUZIONALE
SERVIZI
> Struttura dell'Ente
> Ufficio Staff del Sindaco
> Segretario Comunale
> Risorse al Cittadino
> Affari Generali
> Tecnico
> Vigilanza
AREE TEMATICHE
> Scuola
> Sanità
> Urbanistica
> Cultura e Sport
> Politiche Sociali
> Servizi Demografici
> Tributi
> Attività Prod.Commercio
> Vigilanza
> Ufficio Stampa
> Elettorale
> Sviluppo Informatico e    Tecnologico
> Incarichi professionali
> Ambiente
> Protezione Civile
> Formazione
> URP
> Matrimonio
> Opere Pubbliche
> EMAS
> Manutenzioni
> Lavori Pubblici - Espropri
BANDI CONCORSI AVVISI

> Avvisi
> Bandi di Gara
> Esito Bandi di Gara
> Concorsi e Selezioni
> Esito Concorsi

UTILITY
> Numeri Utili
> Link
AREA RISERVATA
username

password
NEWS
 Stampa la pagina

Al via Collinarea Festival 2008: ecco il programma


COLLINAREA 2008
decima edizione

11/07 LARI – PIAZZA MATTEOTTI ORE 21.45

ingresso €. 8,00

BOBO RONDELLI e ANDREA RIVERA

I DUE TERRONISTI

Con Andrea Rivera e Bobo Rondelli

Ogni volta che devo presentare una mia performance,soprattutto con Bobo, ho difficoltà nel limitare dentro le parole il nostro teatro canzone improvvisato… Proprio perché oltre le nostre canzoni e monologhi c'e' una farsesca improvvisazione che spiazza più noi due sul palco che gli spettatori..
Il titolo “Terronisti” e' opera di Bobo. Chiedete a lui il significato in camerino quando e' stanco e vorrebbe andare a casa. gli fa piacere...
Quando mi esibisco con lui mi sento protetto dal lato poetico, vocale e musicale e lui si sente protetto da me dal lato teologico-religioso... Che Dio ce la mandi bona... Almeno a Lari.

Firmato Andrea Rivera


12/07 LARI – PIAZZA MATTEOTTI ORE 21.45

ingresso €. 8,00

I GATTI MéZZI

Tommaso Novi al pianoforte e alla voce, Francesco Bottai alla chitarra e alla voce, Matteo Consani alla batteria e Matteo Anelli al contrabbasso.

Il duo pisano si forma nell'estate 2005 da un'interessante combinazione. Tommaso Novi (pianista) e Francesco Bottai (chitarrista) , già attivi musicisti del panorama pisano, sempre più spesso pensano alla loro città con tale passione e attenzione da dedicargli parte del loro tempo. Nascono alcune rime, poi diventano sonetti, racconti e canzoni. Si parla di Pisa e delle sue genti, di tutto quello che i nonni ci hanno lasciato in eredità della loro esistenza pisana senza mai abbandonare una rilettura in chiave moderna delle stesse realtà e dinamiche che tutt'oggi la caratterizzano. Il tutto condito da un delizioso swing "popolare".
Il duo riscuote immediatamente un enorme successo nel proprio territorio e oltre lo stesso ottenendo risposte più che positive anche al di fuori della provincia pisana dilagando come fenomeno musicale in tutta la regione Toscana.

All'attuale, con 2000 copie vendute in un anno del primo disco "Anco alle puce ni viene la tosse" e oltre 50 esibizioni in concerti in gran parte del territorio toscano, I Gatti Mézzi si presentano al pubblico con una nuova veste: la formazione di un tipico quartetto Jazz - Tommaso Novi al pianoforte e alla voce, Francesco Bottai alla chitarra e alla voce, Matteo Consani alla batteria e Matteo Anelli al contrabbasso.
Con questa formazione I Gatti Mézzi hanno appena prodotto il nuovo disco "Amori e Fortori" del quale, in meno di sei mesi, sono già state vendute quasi 2000 copie.



13/07 LARI – CASTELLO ORE 21.45

ingresso €. 8,00

CANTIERE OBRAZ
CAPRICCI D'AMORE NELLE COMMEDIE DI ANTON CECHOV
Regia NIKOLAJ KARPOV
con Alessandro Bianchi, Gianni Coluzzi, Alessandra Comanducci, Claudia Franceschetti, Alessio Ferruzzi, Ivan Giambirtone, Costanza Givone, Luana Gramegna, Domenico Piergallini, Silvia Rizzo, Federico Tessieri.
I capricci dell’amore nelle commedie di Anton Cechov è un allestimento inatteso e imprevedibile del teatro del drammaturgo russo, per questo molto affascinante; è composto da una serie di scene dal ritmo brillante e frizzante: una carrellata di situazioni il cui filo conduttore è il potente sentimento dell’amore. Un collage che mette insieme “Il giardino dei ciliegi” ed “Il gabbiano” passando dai due atti unici “L’orso” e “La proposta di matrimonio”, con il risultato di uno spettacolo che propone testi si conosciuti dal pubblico italiano ma certo montati in una inusuale lettura e messa in scena. La stimolante regia di Nikolaj Karpov, infatti, conduce il pubblico in un percorso singolare alla scoperta degli aspetti comici e sentimentali, talvolta inaspettati, dei personaggi del drammaturgo russo; tutto ciò avviene attraverso il movimento e le "azioni fisiche" che sono alla base del metodo biomeccanico così come è stato elaborato da Karpov.
Gli attori in scena sono stati selezionati dal regista durante suoi seminari e hanno tutti compiuto un percorso di formazione sulla biomeccanica con Karpov di almeno due anni (2005-2007).
Lo spettacolo ha debuttato a Luglio 2007 al teatro San Girolamo di Lucca, grazie al sostegno del Teatro del Giglio.
Karpov direttore del dipartimento di movimento dell'Ex-Gitis RATI, una delle più prestigiose accademie teatrali di Mosca, propone un teatro che si pone nel punto di incontro degli insegnamenti di Stanislavskij, Mejerchol’d e Michail Cechov e, nella sua pratica pedagogica, si concentra sull’importanza del Corpo dell’attore e del materiale testuale che quest'ultimo sceglie d’interpretare, alla ricerca di un'unione costante fra la forma e il contenuto, il senso e il movimento.


14/07 LARI – PIAZZA MATTEOTTI ORE 21.45

ingresso €. 8,00 – con cena €. 17,00

GUASCONE TEATRO

OSTAGGI

di Andrea Kaemmerle
con Carlo Monni, Andrea Cambi, Andrea Kaemmerle e la partecipazione straordinaria di Alberto Severi.
Regia di Andrea Kaemmerle

Il tempo in cui tutto si vende, si compra, si scambia, si commercia e mercanteggia, è il tempo degli OSTAGGI. Merce umana, uomini sottratti, oggetti per rappresaglie e rivendicazioni, situazioni ed occasioni dove ad ogni uomo si da un prezzo preciso. Ingegneri, tecnici delle multinazionali, giornalisti, soldati e mercenari forse lo hanno messo in conto scegliendo il proprio mestiere; ma cosa accade se per sbaglio vengono fatti OSTAGGI tre attori toscani? Magari mentre stanno girando un remake Western prodotto da uno sceicco retrò? Carlo Monni, definito il poeta contadino, il diamante grezzo della comicità toscana; Andrea Cambi, esponente di una comicità del dolore, attore di Benvenuti ed ex di Pittura Fresca, comico triste alla Buster Keaton; Andrea Kaemmerle, clown poetico ed irriverente. Un improbabile cella del sud del mondo diventa testimone di una fusione di riflessioni e grandi momenti di comicità profonda ed esistenziale. Unico collegamento con il mondo, sono i bollettini telegiornalistici del giornalista e drammaturgo Alberto Severi che interverrà dalla sua televisione per raccontare questi giorni di prigionia ed a mostrare le interviste e gli appelli disperati degli amici celebri dei tre ostaggi.



15/07 LARI – CASTELLO ORE 21.45

ingresso €. 8,00

ROGETTO MARA'SAMORT / Cooperativa Teatrale Lanciavicchio

L’ASINO ALBINO

no spettacolo di e con Andrea Cosentino
regia Andrea Virgilio Franceschi
collaborazione artistica Valentina Giacchetti
primo spettatore Antonio Silvagni
oggetti scenici Ivan Medici

L’Asinara è un’isola nel nord della Sardegna. Luogo appartato, appena sfiorato dalla Storia, ma arredato con i relitti del suo passaggio: gli edifici e le docce di disinfestazione della Stazione Sanitaria Marittima di quarantena, l’ossario dei settemila prigionieri austro-ungarici che qui perirono dopo la trasformazione del Lazzaretto in campo di concentramento durante la prima guerra mondiale, il supercarcere di massima sicurezza di Fornelli, dove ancora risuonano gli echi della stagione della lotta al terrorismo degli anni settanta. L’Asinara è oggi area protetta, alla quale si accede solo con percorsi guidati, a visitarla ed ammirarne le spiagge incontaminate e il mare, la vegetazione e la fauna, il cui rappresentante più famigerato è l’asino albino, specie endemica e dalle origini misteriose.
Lo spettacolo segue un gruppo di turisti in giro per l’isola. Una visita guidata non si struttura in narrazione, ma comporta il passare accanto ai resti della Storia e fare i conti con la propria, l’attraversare la natura e scoprirvi la propria estraneità. I visitatori sono macchiette tratteggiate a pennellate grossolane nel loro aggrapparsi con ferocia svagata al presente, in una coazione a rimuovere il presentimento della fine. La ricerca dell’asino, l’infanzia, il terrorismo e la reclusione, l’umano e l’animale, il biografico e il cosmologico: la materia eterogenea dello spettacolo gravita attorno ad un finale che si ripete declinandosi variamente, fino a raggiungere il suo senso ultimo, che è fin dall’inizio nascosto alla luce del sole. Che abbaglia.
Se sul piano della rappresentazione è isola e carcere e spiaggia, la scena non dissimula ma semmai esibisce il suo piano di realtà: essa è la stanza dei giochi dove costruirsi un mondo a misura ed il teatro dove ci si traveste per mostrarsi, si indica la luna e non si disdegna di farsi ammirare il dito. Un racconto parallelo spinge infine la scena verso una ulteriore epifania: il paese dei balocchi dove ci si trasforma in asini, e la pista da circo dove esibirsi dopo la trasformazione. Collodi fa dell’asino la deviazione nel cammino del divenire umano di Pinocchio. Il burattino si fa carne una prima volta perdendo la parola. Ma nel raglio trova forse l’espressione più efficace del suo dolore.
Un unico attore abita la scena. Un solo attore-isola in cui atterrano personaggi grotteschi, delimitati appena da una sigaretta, un paio di occhiali, un dialetto, una fotografia, un luogo comune. Apparizioni che parlano attraverso grumi d’emozioni illeggibili evacuati fuori con comicità violenta. Il linguaggio teatrale è disarticolato, disossato. Si frantuma e si frattura. L’attore è la guida che non concede spiegazioni, che non vuole accompagnare. Perché non c’è al di là dove riparare. Non ci sono serre o riserve incontaminate. Non c’è rete dove attutire la caduta. I piani d’evasione sono stati tutti sabotati.
Uno spettacolo sul tempo che passa e che non torna più, neanche più le stagioni. In scena un attore, un cerchio, una pedana, un controluce.




16/07 LARI – CASTELLO ORE 21.45


17/07 LORENZANA – PIAZZA DELLA CHIESA ORE 21.45

ingresso gratuito

SCENICA FRAMMENTI

MEMORIA

Con Enza Barone, Spencer Barone, Walter Barone, Iris Barone e Gabriella Seghizzi. Musiche dal vivo eseguite da Massimiliano Nocelli. Installazione video e luci a cura di Michele Fiaschi. Elaborazione del suono di Mirco Mencacci. Effetti sonori Piergiorgio De Luca. Fonico, Simone Paoletti. Regia di Loris Seghizzi


Memoria è la storia di una “famiglia teatrale” nata agli inizi del ‘900.
Enza Barone, figlia di attori, nata e vissuta nella Compagnia di Teatro Viaggiante, inizia la propria esperienza artistica durante la seconda guerra mondiale.
Attrice vera, vittima delle atrocità del nazifascismo, ripercorre insieme al figlio un secolo di teatro e, in parallelo inevitabile, “stracci” di storia d’Italia dall’avvento di Mussolini ai primi anni 80.

In un’ora di parole ed emozioni riaffiorano i ricordi, i viaggi, gli aneddoti, gli incontri importanti e gli stessi ricordi spesso si materializzano in frammenti di spettacoli.
Una vita spesa per il teatro, seguendone appassionatamente e fedelmente ogni singolo mutamento e trasmettendone l’amore ai figli, così come hanno fatto a loro volta i genitori con lei.
L’opera è il frutto di una lunga ricerca nell’archivio storico della compagnia composto da innumerevoli copioni, fotografie, costumi e ancora libri, scritti, scene ed oggetti.

Memoria è lo strano esempio di una storia vera dove, semplicemente, la verità è più assurda della fantasia.

Arrivano i ricordi e anche ciò che non credevo un tempo importante diventa l'immagine tanto bella e preziosa di momenti che ho paura di non poter rivivere... Come aver perso qualcosa, come se un tempo nemmeno lontano io fossi migliore di ora e vivessi una vita più bella di questa.
Rincorro un sogno, lotto per quello che desidero e che un tempo fu mio e non solo mio, come dire, tutto finisce... Sicuramente qualcosa finisce troppo presto.
Vivo con la presunzione che la mia storia sia tra le più belle che siano mai esistite, perché la mia storia non è solo mia…Perché anche la persona più fantasiosa farebbe fatica a inventarla.
In questo pomeriggio quasi buio di Novembre, mi viene da pensare a mia madre, e non solo a lei perché la sua storia non è solo sua, che di anni ne ha settanta e mi sembra di vedere il giorno che non avrò più possibilità di abbracciarla e di parlare con lei, allora vedo anche i giorni in cui avrei potuto farlo e non l’ ho fatto e mi sento sporco... Proprio come è successo con mio padre, lui si che è stato fortunato, lui si che può dire che esiste qualcosa di simile all’infinito; e la sua storia non è solo la sua, ma in buona parte si.
Non so dove sia mio padre, il giorno che lo capirò vorrà dire che avrò raggiunto un’incredibile consapevolezza di me stesso, comunque è come se avessimo deciso insieme che una sola vita non basta e penso che… Abbiamo ragione.



18/07 LORENZANA ORE 21.45

ingresso gratuito

TEATRO AGRICOLO

GLI AMOROSI

Gli Amorosi, la tragicomica storia infinita dell'Amore.
Come d'abitudine del teatro Agricolo anche questo spettacolo vuole essere un punto d'incontro tra la tradizione teatrale italiana e il moderno teatro-circo.
Le vicende trattate sono quelle eterne e meravigliose del capolavoro shakespeariano "Romeo e Giulietta".
L'importanza del testo fa si che non ci sia bisogno di alcuna presentazione rispetto alla trama, la nostra chiave di lettura invece richiede invece alcuni chiarimenti.
L'uso della maschera e degli altri principi di Commedia dell'Arte. la giocoleria, i duelli acrobatici, il canto a cappella e la musica dal vivo sono gli strumenti attraverso i quali presentiamo al pubblico moderno i nostri due "Amorosi":
Romeo, sognatore, musicista, poeta da strapazzo, fifone ma passionale; eternamente innamorato dell'Amore, cerca di conquistare una Giulietta, femminista, acida, egocentrica e vanitosa, disincantata rispetto ai sentimenti e alla vita, in mano al suo terribile padre, il Pricipe Capuleti.
Gli altri personaggi, Tebaldo, Mercuzio, frate Lorenzo ruotano attorno al tentativo di andare contro la storia.
Il finale, malgrado il gioco comico e grottesco degli equivoci, è ahimè tragico ma il gioco della commedia nella commedia ci permette di ridere e riflettere sul messaggio della storia.

L'Amore trionfa anche nella morte.



19/07 LARI – CASTELLO ORE 21.45

ingresso gratuito

OFFICINE CULTURALI CONTROSCENA

PINOCCHIA

da Stefano Benni

con
Enrica Volponi
Roberto Sardina
Leonardo Campanella
Alessandra Toia

Regia di
Rosamaria Spena

Dissacratorio, sarcastico e attualissimo, il testo di Stefano Benni, giornalista, scrittore e poeta.
Dalla sua fantasia, in cui comicità e inventiva scenica si susseguono con ritmi incalzanti, scaturisce questa libera rivisitazione dell’opera collodiana. Pinocchio è come tutti sappiamo un mito, un testo simbolo, una filosofia e, perché no, anche il divino che diventa uomo. In questo caso invece è tutto al femminile: Pinocchia viene costruita, anzi, sembra venga modificata dagli attrezzi che Geppetto usa nel suo laboratorio pieno di orologi surreali e macchine diaboliche.
Sì, viene cambiata nei circuiti. Infatti dai suoi primi momenti di vita Pinocchia ragiona, anzi straragiona, e la macchina comica sta proprio nella verifica che il padre-padrone di Pinocchia fa di questo oggetto fantastico. Si apre ovviamente una serie di equivoci e di gags molto divertenti sulle
frasi sconnesse che la burattina dice.

Una Produzione Officine Culturali Controscena & Teatro Butera Branciforti - Bagheria



20/07 LARI – CASTELLO ORE 21.45

ingresso €. 8,00

BABILONIA TEATRI

MADE IN ITALY

Spettacolo vincitore del premio scenario 2007

di e con Valeria Raimondi Enrico Castellani
scene Babilonia Teatri/Gianni Volpe
costumi Franca Piccoli
luci e audio Giovanni Marocco
movimenti di scena Luca Scotton
coproduzione Operaestate Festival Veneto
con il sostegno di Viva Opera CIrcus/Teatro dell’Angelo

PREMIO SCENARIO 2007

Motivazione della giuria

Il Nord Est italiano ritratto come fabbrica di pregiudizi, volgarità e ipocrisia; straordinario produttore di luoghi comuni sciorinati come litanie, e di modelli famigliari ispirati al presepe ma pervasi da idoli mediatici, intolleranza, fanatismo. Il made in Italy è un prodotto dozzinale e tragicamente umoristico, raccontato in uno spettacolo apprezzabile per compiutezza, in cui la comicità non è ottenuta dal meccanismo televisivo della barzelletta, ma dalla durata dell’elenco e dalle impercettibili ma fortissime variazioni, grazie a una sensibilità per le virtù e le potenzialità della parola che si fa maestria del contrappunto musicale. Strutture verbali semplici ma efficacissime fanno sbottare il riso e la percezione del non senso, in un lavoro che coniuga sapientemente stilizzazione interpretativa e parossismo gestuale. Con un ritratto spietato delle “sacrosante” manifestazioni del tifo calcistico e delle telecronache enfatiche e patriottarde, normalmente rese impercettibili dalla generale assuefazione. Un lavoro dove si infrangono con sagacia e leggerezza tabù e divieti, per rilanciare anche il teatro oltre gli schemi e i conformismi.

Lo spettacolo
made in italy non racconta una storia. Affronta in modo ironico, caustico e dissacrante le contraddizioni del nostro tempo. Lo spettacolo procede per accumulo. Fotografa, condensa e fagocita quello che ci circonda: i continui messaggi che ci arrivano, il bisogno di catalogare, sistemare, ordinare tutto. Procede per accostamenti, intersezioni, spostamenti di senso. Le scene non iniziano e non finiscono. Vengono continuamente interrotte. Morsicate. Le immagini e le parole nascono e muoiono di continuo. Gli attori non recitano. La musica è sempre presente e detta la logica con cui le cose accadono. Come in un video-clip.
made in italy è un groviglio di parole.
E’ un groviglio di tubi luminosi.
E’ un groviglio di icone.
Per un teatro pop.
Per un teatro rock.
Per un teatro punk.
Un teatro carico di input e di immagini: sovrabbondante di suggestioni, ma privo di soluzioni.

mio padre è comunista e considera la gente una massa di coglioni
massimiliano si è preso otto anni per spaccio e teme per l’effetto serra
mio zio è ignorante e sa tutto
casini non può essere alleato con un gruppo parlamentare denominato lega per l’indipendenza della padania quindi gli chiede di cambiare nome

il presepe è la famiglia

se lo stato non fosse burocrazia sarei un cittadino
se l’ideologia non fosse scissa dalla realtà sarei ideologico
se la chiesa non esistesse sarei cattolico


La compagnia
Babilonia Teatri è stata fondata da Valeria Raimondi e Enrico Castellani.
Da un progetto del 2005 sulla guerra in Iraq intitolato Cabaret Babilonia è nato il nome della compagnia: Babilonia Teatri.
Il primo spettacolo, Panopticon Frankenstein, è il risultato del lavoro svolto all’interno del carcere di Montorio. Lo spettacolo nel 2006 è finalista della prima edizione del Premio Scenario Infanzia e nel 2007 è vincitore di Piattaforma Veneto di Operaestate Festival Veneto. Sempre nel 2007 la compagnia debutta con Underwork-spettacolo precario per tre attori tre vasche da bagno tre galline e vince l’undicesima edizione del Premio Scenario con made in italy.




21/07 CAMUGLIANO DI PONSACCO ORE 21.45

ingresso gratuito

LABORATORIO TEATRO ORVIETO&GIAMPAOLO ASCOLESE

BUT BEAUTIFUL racconti di jazz

Concerto Multimediale Ispirato a NATURA MORTA CON CUSTODIA DI SAX di Geoff Dyer
Con:
Giampaolo Ascolese , batteria
Max Ionata , sax tenore
Elio Tatti, contrabbasso
Alberto Rossatti voce recitante
progetto visivo Massimo Achilli - montaggio video Roberto Marini - Collaborazione per la ricerca cinematografica: Diego Torroni - Produzione: Laboratorio Teatro Orvieto&Giampaolo Ascolese Trio

Geoff Dyer, generazione del ’58, laurea d’obbligo ad Oxford, una lunga militanza giornalistica per svariati periodici culturali, un impegnativo studio sulle arti visive.
Da sempre appassionato di letteratura, fotografia e musica, in Natura morta con custodia di sax , (titolo italiano di But Beautiful), si è prodotto in un ardito e finora intentato esperimento di fusione dei tre generi per rendere omaggio all’umanità fallibile di alcuni giganti del jazz, con una serie di storie che della musica dal vivo mantengono tutte le improvvisazioni stilistiche e le variazioni tematiche, nonché l’essenza temporale che solo le migliori fotografie sanno catturare.
Con questa modalità ha accostato frammenti di storie vere e di aneddoti a certi episodi della vita di alcune leggende del Jazz che, se pure mai veramente accaduti, gli pareva potessero offrire una verità immaginativa di quella musica. L’importante è che, attraverso il linguaggio, fossero imbevuti dello spirito della musica di quella persona.
Ecco, così ha lavorato Geoff Dyer, da “non esperto”, ma con gli occhi aperti e le orecchie ben attente a cogliere anche i suoni dell’anima, ad attraversare confini e barriere.
Ed è così che un attore, un trio jazz ed un fotografo e artista visivo con la stessa passione ed entusiasmo hanno trasformato in uno spettacolo multimediale l’opera dello scrittore inglese.
Cercheremo attraverso la parola, le immagini e la musica di tracciare un percorso di quella musica raccontando alcuni tra i nomi più imponenti del jazz tra gli anni 40 e gli anni 60.
Gli artisti che racconteremo saranno: B. Webster, T. Monk, C. Baker.
Ciò che ne è uscito è uno spettacolo fatto di tanti tasselli interscambiabili dove pezzi recitativi si alterneno e si fondono con le immagini, proiettate su grande schermo e non necessariamente riguardanti l’artista che si sta raccontando, o con i brani eseguiti dal Trio, che sono poi pietre miliari della storia del jazz.



22/07 LARI – CASTELLO ORE 21.45




23/07 LARI – PIAZZA VITTORIO EMANUELE ORE 21.45

ingresso gratuito

proiezione di

BIUTIFUL CAUNTRI

Con la presenza dei registi
Esmeralda Calabria, Andrea D'Ambrosio, Peppe Ruggiero

Allevatori che vedono morire le proprie pecore per la diossina. Un educatore ambientale che lotta contro i crimini ambientali. Contadini che coltivano le terre inquinate per la vicinanza di discariche. Storie di denuncia e testimonianza del massacro di un territorio. Siamo in Italia, nella regione Campania dove sono presenti 1200 discariche abusive di rifiuti tossici. Sullo sfondo una camorra imprenditrice che usa camion e pale meccaniche al posto delle pistole. Una camorra dai colletti bianchi, imprenditoria deviata ed istituzioni colluse, raccontata da un magistrato che svela i meccanismi di un'attività violenta che sta provocando più morti, lente nel tempo, di qualsiasi altro fenomeno criminale.



24/07 LARI – PIAZZA VITTORIO EMANUELE ORE 21.45

ingresso gratuito

proiezione di

NAZIROCK

Con la presenza del regista

Un film documentario di Claudio Lazzaro
L’estrema destra vista dall’interno: la sua musica, i capi, le alleanze, i rituali, 
lo sdoganamento politico che sta aprendo ai nazifascisti italiani le porte del potere istituzionale.
La destra radicale in Italia può raggiungere il mezzo milione di voti e diventare determinante, in un quadro politico in cui ne bastano 25.000 a decidere chi governerà il Paese. Per questo viene sdoganata.
NAZIROCK racconta questo passaggio politico, usando come filo conduttore le band che infarciscono di testi fascisti la loro musica skin, oi, white power e punkadestra.
Il film apre con le immagini dei “due milioni” convocati a Roma dall’opposizione al governo Prodi, il 2 dicembre 2006, ma soprattutto racconta la Nashville dell’estrema destra: una grande manifestazione, organizzata da Forza Nuova, il movimento guidato da Roberto Fiore (condannato a nove anni per banda armata), che si è svolta a Viterbo, nel Lazio, con la partecipazione dei principali gruppi rock assieme a militanti e a leaders provenienti da Spagna, Germania, Francia, Grecia, Libano e Romania. 
Alla manifestazione di Forza Nuova si vendono decalcomanie filonaziste, stemmi con la faccia di Hitler da applicare alle felpe, testi negazionisti che non temono di sfoggiare in copertina titoli come “Auschwitz: fine di una leggenda”.
Dal palco ascoltiamo politici e intellettuali provenienti dalla Germania, dalla Spagna, dalla Grecia, dalla Romania, discettare di “cataclisma multirazziale” e “Uomo Nuovo di fronte alla Decadenza”. Assistiamo fino a notte fonda, nel grande hangar che di giorno ospita i dibattiti, allo spettacolo dei concerti rock: una folla a braccio teso nel saluto nazifascista, giovani che srotolano un grande striscione, accuratamente stampato. Il testo, in caratteri cubitali: “PIU’ NAZISMO PER TUTTI”.
Tra i relatori, a Viterbo, forse il più applaudito è Luigi Ciavardini, condannato a 30 anni per la strage di Bologna, che dieci giorni dopo il suo intervento al Campo d’Azione viene arrestato per rapina. Appassionato anche l’intervento di Andrea Insabato, condannato a 12 anni, poi ridotti a 6, per l’attentato dinamitardo alla sede del Manifesto. Mentre gli Hobbit intonano un inno allucinato alla violenza negli stadi “Frana/la curva frana/sulla polizia italiana” che anticipa, e sembra invocare, gli scontri sanguinosi di Catania e la morte dell’ispettore Filippo Raciti
Ma ancora più interessanti e rivelatrici sono le interviste ai giovani che partecipano al meeting politico, facce da proletari, ragazzi che non hanno occhi cattivi, ma che potrebbero fare cose molto cattive, guidati da chi sa strumentalizzare la loro voglia di giustizia e la loro ignoranza a volte abissale. Li ascoltiamo senza commentare, li guardiamo, nel montaggio alternato coi brani nazirock, inframezzati ai materiali di repertorio che ricordano gli orrori e le distruzioni provocati da un’ideologia portatrice di morte e vergogna. 
Un incubo che lascia spiazzati, perché la domanda è sempre la stessa: “Possibile che la storia non riesca a insegnare nulla?”



25/07 LARI – CASTELLO ORE 21.45

ingresso gratuito

SCENICA FRAMMENTI

FUOCHI NELLA NOTTE
(racconti polverosi di donne finalmente libere)

con
Vincenza Barone, Gabriella Seghizzi e Iris Barone. Musiche di Massimiliano Nocelli, Francesco Oliviero e Carlo De Toni. Luci di Michele Fiaschi, elementi scenici di Cesare Inzerillo. Regia Loris Seghizzi
Con la partecipazione straordinaria di un interprete In Compagnia delle Mummie

Tre donne, tre streghe, tre attrici e i monologhi in tasca.

In un teatro abbandonato da molti anni, vivono le anime polverose di tre donne, attrici, liberate all'improvviso da un pubblico giunto quasi per caso...
Le tre attrici indossarono molte volte i panni delle protagoniste in famose opere in prosa della storia del teatro; nella loro carriera però, proprio in quel teatro, avevano interpretato anche le tre streghe del Macbeth di William Shakespeare..
Dopo tanti anni, finalmente la possibilità di avere un pubblico e di tornare in scena.
Lo spettacolo si annoda e si snoda attraverso lo sdoppiamento dei ruoli, il conflitto dei personaggi, in una successione di passione malinconica e cruda tragedia di assurdo e divertente misticismo.
L'ossessione dell'attrice che vuol rivivere il momento più bello della propria carriera e trova l'ostacolo del personaggio meno amato. La presa di posizione dell’attore che, uscendo a malincuore dal ruolo e dal luogo teatrale, usa la metafora shakesperiana per esprimere il proprio parere sulla vita di questo mondo e sul rapporto dell’attore col proprio mestiere.
Una contaminazione delle scritture, da Shakespeare a Long e Belasco, passando per Eduardo, Niccodemi e Pessoa.. Il teatro nella vita e la vita nel teatro.





26/07 LARI – PIAZZA MATTEOTTI ORE 21.45

ingresso €. 10,00

COMPAGNIA IL SOLITO CARROZZONE
(Compagnia dei Sindaci)

MEGLIO M CHE M

Con Francesca Mancini (Sindaco di Chianni), Marta Perini (Sindaco di Calcinaia), Ivan Mencacci (Sindaco di Lari), Filippo Fatticcioni (Sindaco di Capannoli), Alberto Falchi (Sindaco di Palaia), Alessandro Guerrini (Sindaco di Terricciola), Alessandro Cicarelli (Sindaco di Ponsacco) e forse Francesco Biasci (Sindaco di Casciana Terme) e In Compagnia delle Mummie

Musiche di Massimiliano Nocelli
Luci di Michele Fiaschi
Regia di Loris Seghizzi con la collaborazione di Francesco Oliviero


Dopo l’avventura del 2007, i Sindaciattori si incontrano nuovamente per dare seguito ad una storia rimasta in sospeso… La messa in scena Pirandelliana, in effetti non è riuscita, o forse è riuscita solo in parte. Comunque sarebbe stato meglio non scherzare troppo con Pirandello, perché secondo noi, che non siamo superstiziosi, sta succedendo qualcosa di strano.
E’ arrivato all’improvviso un vento caldo di Sicilia. Deve essere questo vento inebriante di Sicilia che ci confonde le idee. Questo vento caldo e inebriante di Sicilia secondo noi ha portato la pazzia dalle nostre parti, qui in Toscana, oltre ad un buonissimo odore.

In un luogo indefinito, da dove sicuramente si vede il mare e se ne sente l’odore mediterraneo, si incontrano sette o otto persone, non ricordo bene, losche figure che dicono di essere genti importanti. Sembrano falsamente vere in questo ambiente arroccato sul tempo.

Pare che siano stati portati anche loro da quello strano vento di Sicilia, ma io non riesco a credere alle loro parole, tanto meno alle loro gesta. Secondo me sono veramente dei matti, che siano morti o vivi. Mentre pensavo questa cosa una vocina mi ha soffiato all’orecchio dicendomi: …Sei stato fortunato, meglio matti che mafiosi


27/07 CRESPINA – VILLA VALDISONZI ORE 21.45

ingresso €. 12,00

SPELL BOUND DANCE COMPANY

NAFAS

Regia e Coreografia Mauro Astolfi 



Produzione realizzata con il contributo del Ministero per i beni e le attività culturali.

“Nafas” come parola indiana significa respiro, ma ha una sorprendente caratteristica data dal mutare significato in altre culture del mondo… Nafas per esempio è associata al significato di libertà nel Sufismo, in Arabia invece la parola descrive la forza dinamica inspirata dalla persona al momento della sua nascita… La relazione tra questi significati è stata il motore per questa creazione, dove, sul respiro che ho immaginato proprio come nascita,abbiamo cominciato a lavorare. Tre tavolini come fossero tre culle, tre lettini, la prima superficie all’esterno dove compiere i primi movimenti, inspirare la prima aria; poi la crescita, il gioco, lo studio degli altri. Dopo, lo stesso tavolino che da grandi diventa il nostro peso, la nostra croce da sostenere. Dopo il nostro micromondo sembra allargarsi ma è sempre costretto da linee, da schemi dove sembra ci sia molto spazio, ma tutto il caos, le passioni, gli interessi e le paure, rendono tutto molto piccolo e sempre lo stesso. Parte dell’idea di Nafas è involontariamente stata suggerita dai danzatori stessi; in alcuni momenti durante lo sforzo fisico intenso di alcune coreografie, il loro respiro sembrava un lamento, un piacere intenso, una disperazione.




28/07 LARI - PIAZZA MATTEOTTI ORE 21.45

ingresso €. 10,00

ANTONIO REZZA

PITECUS

spettacolo a piú quadri di
Flavia Mastrella e
Antonio Rezza

Pitecus é spettacolo feroce ed impetuoso, aggredisce l’uomo e le sue scarse convinzioni, si scaglia contro il mondo razionale e razionato riducendolo ad ammasso di pensieri inutili, svilisce la condizione dell’essere mortificando le sue misere aspettative, inneggia alle ambizioni, anche le più meschine, lotta contro il pressappoco, ama gli estremismi e i paradossi comunicativi.
Pitecus é opera mascolina, aggressiva, impietosa ed irriducibile, stronca la vita e chi la vuole fare, usa lo stato di narcosi dell’individuo per torcere contro la mediocrità odio e rimpianto, ridicolizza il triste vivere dell’uomo che, purtroppo medio, non si accorge della sua pochezza e mitizza le sue basse azioni.
I personaggi sono tanti ed irrequieti, le loro problematiche fanno capolino dalle aperture poste sui quadri di scena, la loro violenza narrativa é quella tipica del nostro triste incedere.
Tutto sommato lo spettacolo é altamente comico e trainante, trascina il povero spettatore verso strade senza asfalto né speranza, lo tira fuori per un’ora e mezza dai suoi assilli terreni per poi lasciarlo, solo ed incustodito, a godersi le bellezze della vita tipica.



PITECUS
di Flavia Mastrella e Antonio Rezza

E’ uno spettacolo che analizza il rapporto tra l’uomo e le sue perversioni: laureati, sfaticati, giovani e disperati alla ricerca di un occasione che ne accresca le tasche e la fama, pluridecorati alla moralità che speculano sulle disgrazie altrui, vecchi in cerca di un’identità che li aiuti ad ammazzare il tempo prima che il tempo ammazzi loro, persone che tirano avanti una vita ormai abitudinaria, individui che vendono il proprio corpo in cambio di un benessere puramente materiale, esseri che viaggiano per arricchire competenze culturali esteriori e superficiali.
PITECUS racconta storie di tanti personaggi, un andirivieni di gente che vive in un microcosmo disordinato: stracci di realtà si susseguono senza filo conduttore, sublimi cattiverie rendono comici ed aggressivi anche argomenti delicati.
Non esistono rappresentazioni positive, ognuno si accontenta, tutti si sentono vittime, lavorano per nascondersi, comprano sentimenti e dignità, non amano, creano piattume e disservizio.
I personaggi sono brutti somaticamente ed interiormente, sprigionano qualunquismo a pieni pori, sprofondano nell’anonimato ma, grazie al loro narcisismo, sono convinti di essere originali, contemporanei e, nei casi più sfacciati, avanguardisti. Parlano un dialetto misto, sono molto colorati, si muovono nervosi e, attraverso la recitazione, assumono forme mitiche e caricaturali, quasi fumettistiche.
Per quanto riguarda i quadri di scena, che consideriamo un’operazione di arte applicata alla drammaturgia, essi conferiscono allo spettacolo un linguaggio figurativo che mischia colori e parole.
L’uso dei materiali si rifà all’arte povera anche se un occhio é sempre attento alla moda ed al costume che influenzano mentalità e portamento dei personaggi.
Nei quadri di “PITECUS” prevale il triangolo, figura mistica un po’ per tutte le religioni: teste spigolose fingono ragionamenti razionali, spicchi di volto incattiviscono somatismi già di per se malvagi e corruttibili.
Colori usati a tinte piatte, gialli, verdi, azzurri, rossi, riportano al mondo dell’infanzia, alle costruzioni, ai giocattoli di legno.
La stoffa avvolge i personaggi completandoli: juta, seta, cotone, sintetici, plastica, li rendono opachi o scintillanti.
Parti di corpo che aggrediscono parti di realtà, porzioni di arti che inveiscono contro la narcosi che sembra fare scempio di uomini e desideri, parole tronche che inneggiano alla libera immaginazione: non é stato inventato tutto, non tutto é stato enunciato, le parole sono infinite ed infinite le combinazioni, chi vuole farci credere che non c’é più nulla da scoprire é il primo nemico da combattere.
PITECUS si scaglia contro la cultura dell’assopimento e della quiescenza creativa.



29/07 LARI – PIAZZA VITTORIO EMANUELE ORE 21.45

ingresso gratuito

MAURO GROSSI e MARCO DI STEFANO

THE BEAT GOES ON


Marco Di Stefano: voce recitante & tromba
Mauro Grossi: pianoforte & altro


Due artisti della stessa generazione, nel pieno della maturità si incontrano e spontaneamente nasce un evento, un percorso nel momento più importante ed influente della vita artistica intellettuale della metà del '900: il movimento Beat.
Uno spettacolo avvincente e di alto livello che ripropone testi e musiche fondamentali della Beat Generation e intorno ad essa.



31/07 LARI – CASTELLO ORE 21.45

ingresso gratuito


LA COMPAGNIA DELL’IMPROVVISO

ESSERE O NON ESSERE

Monologo scritto e interpretato da Luca Franceschi
Scenografia: Stefano Perocco
Costumi: Rosalba Magini
Luci: Loredana Oddone


Un attore, Antoine, decide di realizzare il sogno della sua vita: Scrivere e interpretare un monologo.
Il suo progetto é grandioso, interpretare i più grandi monologhi dell'opera Shakespeariana quali Amleto, Riccardo III, Re Lear, Macbeth ...
Cominciano le prove dello spettacolo e Antoine parte alla ricerca di un personaggio che possa accompagnarlo in questa avventura.
La scelta é difficile, la sua passione per il teatro popolare lo spinge verso un personaggio comico che lo confronta ai suoi dubbi alle sue contraddizioni...
Antoine decide di annullare tutto ma il personaggio ha ormai preso gusto all'idea di poter esistere il tempo di una rappresentazione.

Uno spettacolo sulla creazione, ricco di aneddoti sul mondo del teatro, un omaggio all'essere attore, al suo meraviglioso e contrastato rapporto con il personaggio.





01/08 LARI – TUTTO IL BORGO MEDIEVALE DALLE ORE 20.00

INAREA

È la serata conclusiva, la festa di Collinarea. L’intero borgo medievale, in ogni suo angolo, sarà animato da artisti di ogni genere. Concerti, performances, installazioni video e sonore.
E’ possibile mangiare sul posto. Oltre ai ristoranti, tutti i commercianti rimarranno aperti preparando piatti speciali per l’occasione

Con:

con
Almadina ,Teatro Agricolo, Altrocanto, Schiamazzi notturni, Fattore Zeta, Carneigra, Manolo Strimpelli, Duende, Sullova Meladava Sullaia, Accademia d’arte nello Slum, Dagoretti - Nairobi (progetto AMREF), Versilia in Bocca… E molti altri artisti teatranti, musicanti e video makers

Tenetevi aggiornati sul blog di Scenica Frammenti e al sito di Collinarea.


13/09 TERRICCIOLA – ORE 20.00

ingresso cena/spettacolo €. 35,00

SCENICA FRAMMENTI

Nozze Miste
Ovvero Milano Napoli 1-1

Collinarea Festival – prima nazionale all’aperto.

Le famiglie: Quella dello sposo: Spencer Barone, Gabriella Seghizzi, Vincenza Barone, Antonio Iacoponi, Andrea Stallone, Vito Stallone, Mohared Barone. Quella della sposa: Virginia Marini, Iris Barone, Walter Barone, Andrew Gaty, Francesca Gelli, Nico Di Paolo, Daniele Ascagni. Quelli misti: Virginia Maltese, Paolo Montagnani, Loris Seghizzi. Quelli della musica Massimiliano Nocelli e Francesco Oliviero. Quello della grafica: Alessandro Bonaccorsi. Quelli dei video e delle foto: Pierluigi Pennini, Antonio Tosi e Diego Miele

Si celebra la festa di matrimonio di due giovani ragazzi, lei milanese e lui napoletano, lei proveniente da una facoltosa famiglia e lui da una popolare partenopea. In apparenza due poli opposti, in realtà le due “casate” sono unite virtualmente da retroscena sconcertanti.

Il matrimonio si svolge in Toscana, luogo ideale per non creare gravi imbarazzi, un campo neutro per un incontro scontro che, almeno nelle intenzioni, dovrebbe finire in parità.

Lo spettacolo vive in spazi non convenzionali per il teatro e la scelta per la prima nazionale all’aperto non poteva che essere Lari, sede artistica della Compagnia, borgo medievale bellissimo e romantico.
Gli spettatori vivranno quindi l’evento diventando protagonisti assoluti perché, è logico, non può esserci cena di matrimonio senza parenti e amici degli sposi..

Con questo spettacolo si vuole raccontare in modo diretto un momento topico della vita dell’uomo, ovvero il matrimonio. Il matrimonio diventa lo specchio nel quale si riflette la cultura di un paese. Se poi si uniscono due persone di diverse origini, come in questo caso meridionali e settentrionali, è probabile, nel caso nostro certo, che emergano tutte le sfumature del quotidiano vivere di un popolo.

La sorpresa sempre dietro l’angolo, poi gioie e dolori, odio e amore, dramma e comicità uniti dalla linea sottile che separa la finzione dalla realtà, sono gli elementi che caratterizzano lo spettacolo che vive comunque, soprattutto, all’insegna del divertimento che deve lasciare spazio ad una utile riflessione.

Il teatro dell’assurdo, che mai potrà essere assurdo quanto la vita.

Produzione ANDREW GATY e SCENICA FRAMMENTI
Ideazione e regia di Andrew Gaty e Loris Seghizzi
Musiche di Massimiliano Nocelli e Francesco Oliviero


WORKSHOPS

Vedi scheda allegata


APPUNTI PER UN AMLETO DI DESTRA
A cura di Dimitri Galli Rohl

Il progetto, patrocinato dall’A.N.A.D (Accademia Nazionale d’Arte Drammatica “Silvio D’Amico”), si pone come obiettivo principale l’esplorazione del testo più conosciuto di W. Shakespeare al fine di produrre materiale scenico utile al montaggio del saggio di diploma dell’allievo regista Dimitri Galli Rohl.
Il percorso laboratoriale, al quale parteciperanno gli attori selezionati dal regista, si suddivide in cinque fasi, una per ciascun atto del dramma. L’intenzione del diplomando è quella di proporre il suo lavoro di ricerca nelle città che hanno contribuito a formare la sua cultura teatrale. Si comincia dunque con Lari, si prosegue con Milano, Lucca, Catanzaro e Roma. Il debutto dello spettacolo è fissato per il 21 Febbraio 2009 al Teatro Sala 1 di Roma.
Combinare il lavoro di professionisti con quello di generosi outsider della scena è da sempre una delle sfide più interessanti per coloro che reputano il teatro uno strumento di conoscenza ancor prima che una mera forma di espressione del proprio ego.
Durante il festival “Collinarea”, viene presentato il primo dei cinque laboratori basato sull’analisi dl II° atto dell’Amleto. Si tratta di un programma articolato in cinque giorni, con turni di lavoro mattutini e pomeridiani. E’ possibile prevedere una prova aperta alla fine del percorso da concordare con la direzione artistica del festival
Il laboratorio è aperto a coloro che possono vantare già attività teatrali pregresse, sia professionali che amatoriali. Il gruppo di lavoro non dovrebbe superare le quindici unità. L’invio di un curriculum vitae potrebbe risultare utile ai fini delle selezioni, qualora le richieste di partecipazione dovessero superare le aspettative degli organizzatori.
Si richiede ai partecipanti una buona conoscenza generale del testo “Amleto” nella traduzione di Attilio Lombardo, la memoria perfetta dei versi recitati da Amleto e dal Primo Attore nella scena II del secondo atto (da “L’irsuto Pirro” fino a “ … Ardenti del cielo e infuriato i Numi). E’ inoltre consigliata la lettura del testo di Tom Stoppard “Rosencrantz e Guilderstern sono morti” e la visione dell’omonimo film.

E P I S O D I O I

Dalla parte di Ecuba
Ad Elsinore, ad un certo punto, arrivano gli attori. Non “degli attori”, ma GLI, attori. Saranno chiamati a recitare al cospetto del Re, il loro spettacolo sarà la scintilla che innesca definitivamente il meccanismo tragico che porterà alla distruzione dell’intera corte. Durante la rappresentazione de “La morte di Gonzago”, re Claudio si spaventa, urla, chiede che sia fatta luce. Amleto, il figlio tradito, grida, la gente non capisce cosa sia accaduto, il salone, presumibilmente si svuota in fretta. Forse intervengono addirittura dei soldati per riportare l’ordine. Ma cosa succede agli attori, DOPO? Qual è la sorte che viene destinata loro?
Lo spettacolo ha creato scompiglio, ha offeso il re in persona. Ad Elsinore cadono teste per molto meno, a volte. Chi sono per noi GLI attori tanto da piangerne la sorte sciagurata? Scoprire l’identità della compagnia che si presenta a corte è quanto si propone il primo dei cinque laboratori previsti dal percorso “Appunti per un Amleto di Destra”. Il tentativo di comprendere, attraverso il testo shakespeariano, i motivi della pericolosa deriva “organica” dei sistemi democratici di mezzo mondo potrebbe cominciare proprio da questa riflessione sui meccanismi censorei esercitati sull’attore, da sempre capro espiatorio di una società contemporanea a Shakespeare soltanto nei deliri intellettuali dei critici e di troppi trafficanti teatrali disonesti.

Dimitri Galli Rohl, classe 1975, è allievo regista diplomando all’Accademia Nazionale D’Arte Drammatica “Silvio D’Amico”. Vive a Roma da tre anni, alternando esperienze come pedagogo teatrale nelle scuole con allestimenti di spettacoli. Finalista al Premio Nazionale delle Arti 2008 con “Shomèr – Ma – Mi- Laillah”, una pièce ispirata all’omonima canzone di Francesco Guccini, ha curato insieme all’amico attore Luca Mancini l’adattamento drammaturgico, la regia e l’interpretazione dello spettacolo tratto dall’ultimo testo del drammaturgo ungherese Miklòs Hubay “Elnèmulàs” (“The rest is silence”, ed. Rubbettino a cura di Luigi Tassoni) che ha debuttato a Catanzaro lo scorso Maggio durante il progetto Gutenberg VI. Tra i suoi maestri i registi Alessio Pizzech, Lorenzo Mucci, Peter Clough, Rui Frati; l’attore Maurizio Donadoni e i dramaturg Franco Farina, Ugo Chiti e Roberto Scarpa; i trainers Michele Monetta e Francesco Manetti e lo shakepearista – pedagogo Luca Biagiotti.
Fondamentale allo sviluppo della sua poetica l’incontro con Judith Malina avvenuto nell’estate 2003 proprio in occasione del festival Collinarea. Durante il percorso accademico ha stretto un’amicizia importante con gli attori Luca Mancini, Carlo Zanotti e Daniela Vitale, con cui sta attualmente sviluppando il progetto “Appunti per un Amleto di destra”.


18, 19, 20 Luglio

BLOB
A cura di Babilonia Teatri

fotografia mossa di un tempo di mezzo
fotografare condensare e fagocitare il reale
lavorare sull'accumulo di parole e sulla sottrazione dei gesti

il lavoro vedrà al centro la figura dell'attore.
il suo corpo nello spazio in relazione ad altri corpi.
l'ascolto.
la coralità.
parlare stare muoversi insieme ad altri.
si andrà contro l'interpretazione. il coro come medium per riportare voci e pensieri.
il lavoro sul singolo andrà nella stessa direzione.
l'attore senza il personaggio.
la parola senza l'interpretazione.
le immagini come fotografie.

Babilonia Teatri
E' stata fondata da Valeria Raimondi e Enrico Castellani.
Da un progetto del 2005 sulla guerra in Iraq intitolato Cabaret Babilonia è nato il nome della compagnia: Babilonia Teatri.Il primo spettacolo, Panopticon Frankenstein, è il risultato del lavoro svolto all’interno del carcere di Montorio. Lo spettacolo nel 2006 è finalista della prima edizione del Premio Scenario Infanzia e nel 2007 è vincitore di Piattaforma Veneto di Operaestate Festival Veneto. Sempre nel 2007 la compagnia debutta con Underwork-spettacolo precario per tre attori tre vasche da bagno tre galline e vince l’undicesima edizione del Premio Scenario con made in italy.

Per un teatro pop. Per un teatro rock. Per un teatro punk.


dal 25 Luglio al 1 Agosto

IL CARRO DEI FOLLI
Laboratorio teatrale condotto da Manuela Lo Sicco, Sabino Civilleri, Enya Idda. (Compagnia Sud Costa Occidentale di Emma Dante)




Il “carro dei Folli” è la proposta per un laboratorio di ricerca teatrale che si inserisce in un progetto più ampio che abbiamo chiamato “Pi curtisia” ; una tappa, un capitolo di un viaggio di cui a volte non ricordiamo l’inizio, così nascono i laboratori e questo in particolare,per ricordare raccontandocelo, come nelle più eccelse culture orali, come era la storia: Com’è che è andata?
Il “carrus navalis” (da cui forse la parola carnevale) che varcava le frontiere tra i mondi, portando con sé visionari e inventori, fantasmi di eroi e spiriti divini, lo stesso carro che diviene nel medioevo la “stultifera navis” dove i diversi, gli scomodi, i folli, venivano imbarcati verso un naufragio, un viaggio senza ritorno, ma per timore di peccare davanti agli occhi di Dio, veniva lasciata loro una possibilità di salvezza: il fato, forse avrebbero incontrato terra e creato il paese dei folli, dove il normale sarebbe stato il diverso.
Le feu , il folle sacro, il folle di dio, il folle d’amore .


“ Il folle è in tutto e per tutto stereotipo della sregolatezza e dell’insensatezza della condizione umana, reso protagonista di un viaggio insulso alla volta del nulla, o forse del sapere universale.”

Michele Brusasca –Stultifera navis

Genesi del progetto “pi curtisia”

Il progetto nasce con un indirizzo di ricerca metodologica sulla autorialità dell’attore.
L’esperienza di Sabino Civilleri e Manuela Lo Sicco nella formazione e realizzazione della compagnia “Sud costa occidentale” pensata insieme alla regista e attrice Emma Dante, indica un sistema strutturato di “regole” o”griglie” entro cui il miracolo può avvenire senza ricevere l’influsso della consueta costruzione dell’apparato dell’attore, piuttosto un labirinto che accoglie il Minotauro e non solo lo nasconde.
La ricerca di Enya Idda in campo artistico (scultura, installazioni interattive) e nelle discipline orientali (Hara yoga, arti marziali, Teatro Noh) utilizza la medesima procedura, ma per finalità differenti: non tanto la creazione artistica di uno spettacolo, ma la forma come griglia dove già dimora ed è contenuta la rivelazione della consapevolezza dell’azione,del sé agente.
L’incontro di questi due sentieri è un incontro da immaginarsi non come su un medesimo piano, non vi è una planimetria in cui sono segnati due cammini che in un punto vanno a intersecarsi per poi procedere congiunti , piuttosto è l’incontro di due planimetrie che se sovrapposte incontrano diversi punti di congruenza, talvolta fino a fondersi totalmente.

Referente laboratori Loris Seghizzi – loris@scenicaframmenti.com tel. 320.1137908


STAGE DI PERCUSSIONI METROPOLITANE

A cura di Giacomo Macelloni

14, 16, 21, 23, 28, 31 Luglio
dalle 18.30 alle 21.30

L'oggetto che prende vita... Improvvisamente si anima e grida al mondo la sua presenza. Tutto crea un suono. Siamo circondati da oggetti e suoni, basta osservare ed ascoltare per riconoscerli. Il vento porta storie lontane che si rivelano con il rumore delle foglie, con la danza di una busta, con lo sbattere di una porta. Ogni fabbrica, ogni strada, ogni casa, ogni discarica sono fonti inesauribili di oggetti e di rumori, che saggiamente utilizzati divengono suono, ritmo, pulsazione vitale.
Il Ritmo fa parte del nostro quotidiano.
L'oggetto ci rappresenta e parla per noi, ma va saputo osservare ed ascoltare...

SCOPO DELLO STAGE:

Lo stage, ha lo scopo di formare dei gruppi di musica d'insieme, partendo dalle basi ritmiche e non utilizzando le percussioni standard ma gli oggetti quali barili industriali, vasi, tubi, sacchi, libri, foglie etc. in sostanza tutti gli oggetti che i partecipanti desiderano portare.


ARGOMENTI TRATTATI:

Solfeggio ritmico
Approccio psicofisico all'oggetto
Scelta degli oggetti che più caratterizzano la persona
Analisi dei suoni prodotti dagli oggetti con utilizzo di varie tecniche e di vari battenti
Studio dei principali rudimenti ritmici
Analisi di partiture ritmiche
Creazione e incastro di frasi ritmiche
Pratica di gruppo

Le classi verranno formate con un minimo di tre e un massimo di dieci partecipanti.
Periodo: Dal 6 Maggio a Luglio. La fine è prevista nel Festival Collinarea 08 con inserimento della performance del gruppo in una delle produzioni del cartellone.
Docente: Giacomo Macelloni (batterista e rumorista delle produzioni Scenica Frammenti)

Per informazioni chiamare al 349.3228767 oppure scrivere a info@scenicaframmenti.com


EVENTI COLLATERALI


Dall’11 Luglio al 1 Agosto

2 Novembre, Festa dei bambini.

un progetto di Cesare Inzerillo con la collaborazione di Marilena Manzella.

2 Novembre, festa dei bambini è:

Un Laboratorio a porte aperte
Una messa in opera nelle carceri del castello
Un viaggio… In Compagnia delle Mummie

Piccole, brutte, vestite di tutto punto, accessoriate come le cugine povere di Barbie. Sono le mie mummie. Non piangono, non ridono. Ognuna di esse ha una propria identità e un posto in prima fila davanti la mia espressione. Conservano intatti gli ultimi residui di una favola stuccata e patinata. Non pregano, non si vergognano. Ingurgitano polvere e la conservano gelosamente. Le riguardo e le vedo reali, senza pene, senza vanto, senza ipocrisia. Gli effetti del tempo sono corrosivi e rivelatori. Le Mummie diventano la reclame di una vita consumata fino alla fine, senza il vestito buono della domenica e i lustrini delle grandi ricorrenze.

Il 2 Novembre è per la Sicilia una ricorrenza particolare, non il classico 2 Novembre del resto d’Italia. Quel giorno i bambini ricevono in dono dei giocattoli regalati dai cari defunti. Quel giorno le case si riempiono di “Pupi di zucchero”, un dolce tradizionale di fine artigianato, una vera e propria opera d’arte.

Ricordo che…
Rimanevo incantato a guardare il Pupo di zucchero, gli guardavo gli occhi, lo osservavo nei particolari e lo mangiavo a piccoli pezzi, dalla base, per paura di rovinarlo. Anche perché era un dolce da ricchi. Un giorno dei morti, mentre compivo il mio rituale gesto a tutela del Pupo, mio padre si avvicinò e dicendomi di non aver paura, gli staccò la testa… Io ero bambino.

Ricordo che…
A fine anni ’70 quando ero un bambino, mio padre mi ha portato a visitare il Museo dei Cappuccini di Palermo e conobbi circa duemila mummie.

Ricordo che…
Era usanza pagare una persona perché piangesse il più possibile al funerale. Le donne si vestivano di nero per lungo tempo e per almeno un mese il lutto riempiva l’aria che si respirava. Io ero bambino.

Ricordo che…
Si andava a letto lasciando la tavola apparecchiata, in caso un defunto avesse fame nella notte. Io ero bambino ma…

Ammetto che…
Io lo faccio ancora.

Io lo faccio ancora e sono dispiaciuto che le tradizioni si stiano perdendo, portandosi dietro una cultura antichissima.




La Sicilia è una terra che più di ogni altra si relaziona con la morte in modo a dir poco originale. Il lutto è vissuto quasi come una messa in scena di uno spettacolo.

I “cadaveri” di Cesare vivono, si sono identificati in modo preciso in qualcosa, in qualcuno, hanno fissato la propria postura, la propria immagine e i propri concetti. L’uomo di questa società invece non si rende conto di essere morto… “Un morto vivente”.

Nel pensiero e nelle creazioni di Cesare traspare che…
La vita incontra e dà luce alla morte così come la morte abbuia senza scalpore la vita stessa.


IN COMPAGNIA DELLE MUMMIE
Dall’11 Luglio al 1 Agosto – performances il 25, 26 Luglio e 1 Agosto

In Compagnia delle Mummie nasce il 2 Novembre del 1948, in un pomeriggio caldo e umido, in un giorno tra la primavera e l’estate. Quel giorno caddero le foglie.
Fondata da Abbate Cesare da Palermo e Salvoloris Dallari, la Compagnia ha portato subito in scena l’emozionalità della fermezza, la cura del particolare basato sull’importanza del gesto minimalista; proposto da menti egocentriche e narcisiste, così come è di per sé l’essere umano.
L’immagine è quella di una Compagnia che non vuole, per quanto possibile vista la forza dell’impossibilità, lasciare spazio all’ipocrisia ma, al contrario, si concentra sull’azione diretta al coinvolgimento del pubblico; costruendo un bruttissimo, enorme specchio dove chiunque possa riuscire a vedersi e cercare di capire chi sia la vera mummia.

…Un giorno lo specchio divenne acqua, divenne mare e vi sprofondarono in molti, ma mai abbastanza… Il mare ha desideri profondi, contiene la bellezza del cielo, unico elemento in grado di stabilire il colore dell’acqua. Il grande specchio dunque unì l’acqua al sole e noi diventammo vapore, umidità, buona solo a far vivere le piante. Tutto oggi vive, tranne noi esseri umani, morti viventi.
E allora, meglio mummie…


SEMINARIO

Da Martedì 29 a Giovedì 31 Luglio
Mente e Meditazione - l’essenza della felicità

La mente, i pensieri e le sensazioni sono doni meravigliosi che la natura ha dato all’essere umano per vivere a pieno la vita. Essi creano il nostro mondo di gioie e di dolori, creano inoltre l’illusione di un io separato dal fluire naturale dell’esistenza. L’individualità è senza dubbio uno strumento fondamentale per la sopravivenza ma è anche una delle cause principali della nostra sofferenza. La via per la liberazione da questa “ignoranza” è la conoscenza di noi stessi e il riconoscere la nostra vera natura, che è gioia, armonia e pura consapevolezza. Per questo è inevitabile conoscere la mente per quello che è, attraverso l’osservazione, la contemplazione e la Meditazione. Swami Suddhananda ci introduce, durante i tre incontri al Collinarea Festival 2008, alla conoscenza della natura della mente e alla meditazione, con parole chiare e gioiose, utilizzando esempi semplici e mirati adatti ai cuori di qualsiasi persona. La Meditazione non è qualcosa di elitario, di lontano, misterioso o mistico, essa è qui e ora. La possibilità di essere in meditazione, costantemente e consapevolmente, è dentro ognuno di noi. La persona che riconosce la verità dentro se stessa realizza “Quello”, l’ assoluto, il Sè, la felicità, Dio, il nirvana, ovvero ciò che in realtà è senza nome e senza forma.

Swami Suddhananda

Swamiji è un maestro indiano contemporaneo dell’Advaita Vedanta. Conduce classi e commenta le letture secondo l’antica tradizione di Adi Shankara Acharya, visitando varie Università, centri privati e pubblici in India, Gran Bretagna, Stati Uniti, Australia, Caraibi, Hong Kong, Manila, Singapore e in molte parti d’Europa. Nel 2000 è stato delegato alla Conferenza della pace delle Nazioni Unite a New York. Swamiji ha fondato nel 1982 la “Samvit Sagar Trust”, un’istituzione che ha l’unico obiettivo di diffondere la consapevolezza necessaria per la conoscenza di noi stessi. In India ha fondato tre ashram e otto scuole per bambini in zone rurali, per facilitare l’insegnamento e lo studio del Vedanta. La conoscenza di noi stessi non è un tipo di religione o una fede, è una conoscenza esattamente come tutte le altre. Non si oppone al progresso scientifico ma al contrario fornisce all’individuo la possibilità di giocare un ruolo più consapevole sia nella famiglia che nella società.

Gli incontri saranno nei giorni:

Martedì 29 luglio 2008
dalle ore 19.00 alle 20.30
Villa Valdisonsi, Crespina (PI)

Mercoledì 30 luglio 2008
dalle ore 19.00 alle 20.30
Castello di Lari (PI)

Giovedì 31 luglio 2008
dalle ore 19.00 alle 20.30
Villa Valdisonsi, Crespina (PI)

Ingresso gratuito.
Gli incontri sono in inglese con traduzione in italiano. Arrivare alla lezione almeno con 15 minuti di anticipo (non è possibile assistere ad incontro iniziato).

Info: Nico 0039 328 3583995 nicodp3@hotmail.com

________________________________________________________________________________

Direzione Artistica/Organizzativa
Collinarea Festival 2008

Scenica Frammenti

Informazioni e prenotazioni
Piazza Matteotti, 7 info +39.320.11.37.908 tel/fax +39.0587.68.53.86 e-mail: info@scenicaframmenti.com info@collinarea.it web: www.scenicaframmenti.com www.collinarea.



Link di approfondimento:
>> Collinarea


Elenco News
Copyright © Comune di Lari - Piazza Vittorio Emanuele II, 2 56035 - Lari (Pisa)
Telefono 0587 687511 - Fax 0587 687575 - Partita Iva 00350160503
Posta Elettronica Certificata: comune.cascianatermelari@postacert.toscana.it