“I vecchi & i nuovi mestieri” per la FESTA DELLA TOSCANA
Il lavoro in ogni sua declinazione è il protagonista della Festa della Toscana 2008, l’appuntamento con il quale il Consiglio regionale e la Regione celebrano, ormai dal 2000, l’abolizione della pena di morte, deliberata dal Granduca di Toscana il 30 novembre 1786. Numerose sono le iniziative sul territorio regionale per ricordare questo appuntamento.
A Lari L’Amministrazione comunale pone l’attenzione su quelli che sono i cambiamenti del mondo del lavoro con l’esposizione “I vecchi & i nuovi mestieri”, un suggestivo viaggio nei mestieri del passato in contrapposizione alle nuove professioni basate su moderne tecnologie.
Domenica 30 novembre a partire dalle ore 15.00 la via Gramsci di Perignano sarà trasformata in un laboratorio “a cielo aperto” dove gli artigiani all’opera, dimostreranno agli intervenuti le abilità manuali del falegname, del cestaio, della calzettaia, dell’innestino, del fabbro, del maniscalco, della ricamatrice, un patrimonio di conoscenze tramandato per molti anni di padre in figlio e che oggi spesso rischia di scomparire.
In contrapposizione a queste professioni tradizionali saranno esposti quelli che sono gli ultimi prototipi nel campo della robotica ideati e realizzati nei laboratori del Polo Sant’Anna dai ricercatori. Sarà quindi possibile scoprire le nuove "macchine intelligenti" che svolgono operazioni in sostituzione dell’uomo.
L’intero pomeriggio sarà animato da spettacoli di strada per ragazzi a cura della compagnia teatrale “Scenica Frammenti”e deliziato dai bomboloni caldi offerti dall’associazone CALP di Perignano che collabora per la buona riuscita dell’iniziativa. I figuranti dell’associazione “I battitori di Grano” eseguiranno i tradizionali balli contadini e la battitura del grano.
L’invito a partecipare numerosi è rivolto sia ai ragazzi che agli adulti.
In caso di maltempo l'esposizione sarà allestita nei locali della Scuola Media L. Pirandello di Perignano
Perché si ricorda ogni anno la Festa della Toscana?
La Regione Toscana ha istituito la Festa della Toscana con la legge regionale 21 giugno 2001, n. 26 per ricordare l'abolizione della pena di morte avvenuta il 30 novembre del 1786 (per la prima volta al mondo) ad opera del Granduca di Toscana, e per ribadire il proprio impegno per la promozione dei diritti umani, della pace e della giustizia, elementi costitutivi dell'identità della Toscana. La Festa è celebrata con numerose iniziative che il Consiglio regionale, le Province e i Comuni, le associazioni e le istituzioni del territorio hanno organizzato e che coinvolgono ogni località della regione tra novembre e dicembre.
Le edizioni precedenti dedicate a:
. 2007: “Giovani Talenti, Magnifiche Eccellenze”
• 2006: "Volontariato di eccellenza"
• 2005 : "Europa Europae"
• 2004: la pace e la guerra "Nel nome dei bambini "
• 2003 : per una società senza esclusi "Tutti diversi"
• 2002 : per i diritti delle donne "Io sono il pianeta"
• 2001 : "La libertà delle idee"
Nel 2000 la prima edizione contro la pena di morte "Dal diritto alla vita ai diritti di cittadinanza"
Editto del Granduca Leopoldo
"Pietro Leopoldo,
per grazia di Dio, principe reale d'Ungheria e di Boemia, arciduca d'Austria, granduca di Toscana
Fino dal Nostro avvenimento al Trono di Toscana riguardammo come uno dei Nostri principali doveri l'esame e riforma della Legislazione Criminale, ed avendola ben presto riconosciuta troppo severa e derivata da massime stabilite nei tempi meno felici dell'Impero Romano, o nelle turbolenze dell'Anarchia dei bassi tempi, e specialmente non adattata al dolce, e mansueto carattere della Nazione, procurammo provvisionalmente temperarne il rigore con Istruzioni ed Ordini ai Nostri Tribunali, e con particolari Editti, con i quali vennero abolite le pene di Morte, la Tortura, e le pene immoderate, e non proporzionate alle trasgressioni, ed alle contravvenzioni alle Leggi Fiscali, finché non ci fossimo posti in grado mediante un serio, e maturo esame, e col soccorso dell'esperimento di tali nuove disposizioni di riformare intieramente la detta Legislazione.
Con la più grande soddisfazione del Nostro paterno cuore Abbiamo finalmente riconosciuto che la mitigazione delle pene congiunta con la più esatta vigilanza per prevenire le reazioni, e mediante la celere spedizione dei Processi, e la prontezza e sicurezza della pena dei veri Delinquenti, invece di accrescere il numero dei Delitti ha considerabilmente diminuiti i più comuni, e resi quasi inauditi gli atroci, e quindi Siamo venuti nella determinazione di non più lungamente differire la riforma della Legislazione Criminale, con la quale abolita per massima costante la pena di Morte, come non necessaria per il fine propostosi dalla Società nella punizione dei Rei, eliminato affatto l'uso della Tortura, la Confiscazione dei beni dei Delinquenti, come tendente per la massima parte al danno delle loro innocenti famiglie che non hanno complicità nel delitto, e sbandita dalla Legislazione la moltiplicazione dei delitti impropriamente detti di Lesa Maestà con raffinamento di crudeltà inventati in tempi perversi, e fissando le pene proporzionate ai Delitti, ma inevitabili nei respettivi casi, ci Siamo determinati a ordinare con la pienezza della Nostra Suprema Autorità quanto appresso.(...)
LI. Abbiamo veduto con orrore con quanta facilità nella passata Legislazione era decretata la pena di Morte per Delitti anco non gravi, ed avendo considerato che l'oggetto della Pena deve essere la soddisfazione al privato ed al pubblico danno, la correzione del Reo figlio anche esso della Società e dello Stato, della di cui emenda non può mai disperarsi, la sicurezza nei Rei dei più gravi ed atroci Delitti che non restino in libertà di commetterne altri, e finalmente il Pubblico esempio, che il Governo nella punizione dei Delitti, e nel servire agli oggetti, ai quali questa unicamente diretta, è tenuto sempre a valersi dei mezzi più efficaci col minor male possibile al Reo; che tale efficacia e moderazione insieme si ottiene più che con la Pena di Morte, con la Pena dei Lavori Pubblici, i quali servono di un esempio continuato, e non di un momentaneo terrore, che spesso degenera in compassione, e tolgono la possibilità di commettere nuovi Delitti, e non la possibile speranza di veder tornare alla Società un Cittadino utile e corretto; avendo altresì considerato che una ben diversa Legislazione potesse più convenire alla maggior dolcezza e docilità di costumi del presente secolo, e specialmente nel popolo Toscano, Siamo venuti nella determinazione di abolire come Abbiamo abolito con la presente Legge per sempre la Pena di Morte contro qualunque Reo, sia presente, sia contumace, ed ancorché confesso, e convinto di qualsivoglia Delitto dichiarato Capitale dalle Leggi fin qui promulgate, le quali tutte Vogliamo in questa parte cessate ed abolite. (...)
Tale è la Nostra volontà, alla quale Comandiamo che sia data piena Esecuzione in tutto il nostro Gran-Ducato, non ostante qualunque Legge, Statuto, Ordine, o Consuetudine in contrario."
Dato in Pisa li 30. Novembre 1786.
Trascrizione del Proemio e dell'articolo LI (Abolizione della pena di morte) della Legge di riforma criminale del 30 novembre 1786, n. LIX conosciuta anche come Codice Leopoldino o Leopoldina
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